
Villa Zara: il cuore pulsante della cultura marchigiana tra letteratura e ideali

In un angolo nascosto delle colline marchigiane, a Torre San Patrizio, si erge una villa che ha fatto da punto di incontro per alcuni tra gli intellettuali più significativi del Novecento. Villa Zara non è solo un’imponente dimora storica, ma un simbolo del fervore culturale che ha segnato la vita di Margaret Collier e sua figlia Joyce Lussu. È qui che le idee si intrecciavano, alimentando una scena intellettuale che ha lasciato un’impronta indelebile sul territorio delle Marche.
Margaret Collier, madre di Joyce Lussu, scrittrice e traduttrice di origine inglese, scelse di vivere a Villa Zara con il marito, un aristocratico irlandese, nel cuore delle Marche. Arrivata in Italia dopo aver vissuto tra l’Inghilterra e l’Irlanda, Margaret si innamorò della regione, che sarebbe diventata la sua casa definitiva. Fu proprio a Villa Zara che la scrittrice maturò la sua passione per la letteratura e scrisse La casa sull’Adriatico (1950), il suo celebre libro autobiografico. Con una prosa delicata e piena di poesia, il romanzo racconta la sua esperienza di vita tra le colline marchigiane, celebrando la bellezza del paesaggio e riflettendo sulla solitudine e il senso di appartenenza.
Ma la villa non era solo un rifugio tranquillo per la famiglia Collier. Fu anche un crocevia di intellettuali che, nei decenni successivi, contribuirono a rendere le Marche un punto di riferimento per il pensiero e la cultura italiana. Tra gli ospiti di Villa Zara, si annoverano nomi come il filosofo Giuseppe Rensi, l’editore e intellettuale Elio Vittorini, e la poetessa Alda Merini. Questi pensatori, ognuno con il proprio percorso, portarono idee che spaziavano dalla riflessione filosofica all’impegno politico, dando vita a dibattiti che segnarono profondamente la cultura del tempo.
Giuseppe Rensi, per esempio, con la sua visione filosofica che coniugava il razionalismo e l’esistenzialismo, influenzò la riflessione intellettuale sulla condizione umana, mentre Alda Merini, ospite frequente della villa, portò la sua intensa poesia che trovava nella solitudine e nel dolore la forza creativa. Elio Vittorini, legato a Villa Zara attraverso una fitta rete di corrispondenza con Joyce Lussu, contribuì alla diffusione di idee resistenti alla dittatura e al fascismo, incoraggiando la speranza e il rinnovamento sociale.
Il fermento intellettuale che animava Villa Zara, quindi, non fu solo frutto di un incontro di menti brillanti, ma anche di un impegno concreto per il cambiamento. In un periodo di grande instabilità politica e sociale, Villa Zara rappresentava per le Marche un faro di speranza, dove le ideologie di libertà, giustizia e uguaglianza venivano condivise e promosse. La villa divenne così una roccaforte di idee che influenzarono l’intero panorama culturale italiano, lasciando un segno indelebile nel cuore delle Marche e nella mente di chi vi passò.
Oggi, Villa Zara non è solo un ricordo del passato, ma un simbolo di quel fervore culturale che continua a vivere nel territorio marchigiano, ispirando ancora chi, come Margaret Collier e Joyce Lussu, sa che la cultura può cambiare il mondo.
L'autrice
Oriana Salvucci
Docente di Lettere, Esperta di Comunicazione e Marketing, Direttrice Artistica delle Rassegne di Filosofia, Poesia, Narrativa, Musica ed Arti di Non A Voce Sola, di Fermo Sui Libri, di Parlare Futuro, di Parole e Nuvole dedicate al mondo delle donne e al dialogo tra i generi, nonché alla scoperta di giovani talenti organizzate in sinergia con Enti
Pubblici e Privati.

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