Descrizione
LA GUERRA DI LAO, UN LIBRO DI PINO BARTOCCI.
A metà strada tra il romanzo e il documento storico, La guerra di Lao riesce a mostrare come il corso dei grandi eventi della storia (in questo caso la Prima guerra mondiale) influenzi inevitabilmente anche quello delle realtà più piccole e remote, come Esanatoglia, un piccolo paesino dell’entroterra marchigiano che da quegli eventi viene toccato, e cambiato.
L’opera si concentra inizialmente intorno alla figura di Lao, l’outsider del paese, una “specie di folletto” contraddistinto dai modi stravaganti e irriverenti, dalla strana postura ma, soprattutto, da una fantasia disarmante. La malattia che aveva debilitato da bambino il corpo di Lao sembra acutizzare il suo attaccamento alla vita e la sua “capacità visionaria”, la stessa con la quale percepisce, per primo, l’arrivo della guerra.
Lao viene presentato in tutta la sua unicità dall’autore che, pur non avendolo conosciuto direttamente, è stato il primo ad essere catturato da questa figura sfuggente ed irresistibile.
“Stanislao Cambriani, per tutti Lao, ha consumato la sua faticosa ma stravagante esistenza nella prima metà del secolo scorso ad Esanatoglia, dove, per le sue caratteristiche e le sue doti, da persona divenne personaggio, ancor prima che questo libro ne riportasse il nome e ne rispolverasse la memoria. Era un povero sciancato, assai deforme, per certi versi ributtante, un infelice come venivano definiti allora i diversi, i disabili.
Questa sua diversità aveva contribuito a sviluppare in lui una straordinaria capacità fantastica, al limite del parossismo, una propensione a raccontar frottole, anche le più assurde e esagerate. Un po’ la figura a cavallo tra lo scemo del villaggio e quella dello spaccone, del fanfarone, costruttore di mondi immaginari dove annegare il mondo reale che s’era mostrato così ingeneroso e ostile nei suoi confronti. Inoltre, elemento non secondario, sapeva leggere e scrivere in un’epoca in cui la stragrande maggioranza era analfabeta.”
Dopo un susseguirsi di voci, comizi, paure apparentemente infondate, accuratamente messe in scena dall’autore, la Prima guerra mondiale arriva a stravolgere il destino della comunità, così come i destini dei tanti giovani che sono costretti a lasciare Esanatoglia per prendervi parte. Lao, esentato a causa dei suoi problemi fisici, decide di rendersi utile mettendo a disposizione la sua capacità di lettura e di scrittura, all’epoca alquanto rara.
Tutte le notizie che arrivano ed escono da Esanatoglia passano attraverso il filtro di Lao: è lui a scrivere le parole dei familiari ai soldati al fronte, è lui a leggere i nomi dei morti, dei prigionieri, a dover stilare liste. Gli eventi del fronte si alternano e si intrecciano indissolubilmente con quelli della piccola comunità, che attende con il fiato sospeso, mentre la guerra è filtrata dagli occhi, dalle parole e dalla penna di Lao.
Un ricco apparato fotografico corredato di nomi e dettagli anagrafici rende omaggio ai tanti giovani che eroicamente hanno dato la loro vita per la patria, ricordandoci che quelli che possono apparire come semplici numeri sono in realtà storie, vite, volti, che i posteri hanno il dovere di ricordare e di far rivivere nella memoria.
È l’autore stesso a ribadire il fine ultimo della sua opera:
“Credo sia abbastanza evidente, con una impostazione quasi didascalica che ci ricorda l’inutile sacrificio di tante vite, il giudizio di condanna nei confronti della guerra implicito nel racconto. Così come credo sia ugualmente leggibile la sottolineatura di come anche un diverso, notoriamente relegati ai margini, bistrattati, possano, come fa Lao con il suo gesto di generosità e di impegno.”
La guerra di Lao è un racconto corale e struggente, che ha il merito di restituire uno spazio e una memoria alle vite di tanti giovani di Esanatoglia spezzate dalla guerra.
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